Attribuire a Bali i caratteri di una meta esclusivamente balneare è alquanto riduttivo e del tutto fuorviante; chi ricercasse un soggiorno di solo mare, farebbe pertanto bene a prendere in considerazione altre mete più specifiche.
"L’isola degli dei" (come viene chiamata per la vocazione religiosa che scandisce in molteplici modi la quotidianità dei suoi abitanti) va ritenuta invece anzitutto una destinazione culturale, che custodisce quasi intatta una civiltà hindu nel bel mezzo della più grande nazione musulmana al mondo.
Imprescindibile in questo senso è la visita almeno dei suoi templi più famosi, quasi tutti collocati in contesti spettacolari: alla sommità di una scogliera alta quasi 70 metri, a strapiombo sul mare; nel mezzo di un placido lago di montagna; lungo il pendio di un turbolento vulcano; in balìa delle maree, che ne sanciscono l’unione o la separazione dalla terraferma.
La tradizione dell’artigianato (del legno, della pietra, del vetro, dell’argento), quella delle arti figurative e quella della danza trovano la loro massima espressione nella cittadina di Ubud, adagiata nel cuore dell’isola, circondata dai suggestivi paesaggi delle risaie a terrazze.
Il verde è ovunque strabordante, con valli e foreste, crateri e specchi d’acqua, cascate e litorali, che brulicano della vita di creature grandi e piccole, terrestri e marine – ciò basta a giustificare l’interesse naturalistico di Bali, in cui viene spontaneo immergersi ovunque.
Ed infine, ovviamente, non possiamo comunque dimenticare l’Oceano, che domina da ogni parte: nelle onde impetuose della costa occidentale, al largo delle placide spiagge della riviera Est, sui celeberrimi break adatti alla pratica del surf, così come sugli spot corallini per gli amanti dello snorkeling e del diving.